Elvio Marchionni
Biografia
Elvio Marchionni nasce a Spello nel gennaio del 1944.
Frequenta l’Istituto d’Arte Bernardino di Betto di Perugia dove approfondisce
le tecniche pittoriche medioevali. Comincia a dipingere prestissimo con un
incessante sperimentare tecniche per raffigurare e rappresentare l’armonia
della persona interiore con quella esteriore che vive e combatte nel reale.
Gli studi all’Accademia e le esperienze presso illustri personalità della
cultura e del restauro e conservazione di dipinti antichi, conducono il suo
dipingere ad una consapevolezza del passato come essenza ed estensione
nel futuro. Fin dalle prime mostre avvenute negli anni ’70 è evidente lo
studio degli antichi maestri fino a sperimentare la materia logorata dal
tempo e dalle intemperie. Marchionni dal ruvido intonaco estrae la figura, la
sua idea del bello: simmetria, equilibrio tra masse, forme, linee e colori.
Studia i classici, le proporzioni divine dei grandi maestri, conosce l’arte del
dopoguerra e le avanguardie venute dall’America negli anni ’60. Il suo
colloquio con i protagonisti della pop art fino alla transavanguardia è
evidente anche se lui però non estremizza con colori squillanti, tutto è
soffuso, lieve, ma tuttavia innegabilmente presente.
Negli anni ’80 espone a Parigi, Madrid; California, Heidelberg.
Celebra gli “strappi” per la prima volta nel 1981 a Foligno, le tonalità del
supporto che si armonizzano esaltando il soggetto, danno all’insieme il
mistero di un’opera astratta, ma leggibile.
Nel ’90 espone a Foggia, Belluno, Brindisi.
In questo periodo si trasferisce nel suo nuovo studio e in questo spazio il
suo rapporto con il “tempo” assume connotazione particolare: il fascino
delle pietre, i colori della calce e della muffa, la continuità della memoria del
passato con la realtà del presente trovano via nella realizzazione dei
pavimenti.
Nel ’99 diventa parte del gruppo di Art’è per cui esegue l’illustrazione di libri
come le storie e i fioretti di S. Francesco, l’Iliade, i Vangeli, il Decamerone
e l’Orlando Furioso.
Con la mostra alla rocca di Vieste del 2004, la ricerca estetica ritorna al
simbolismo e al disegnato. Ad Accadìa e a Foggia espone in due mostre
intitolate “Strappi” utilizzando come supporti esclusivamente gli intonaci
vecchi, strappati nelle case abbandonate dell’Umbria e dell’entroterra
foggiano. Sempre in questo periodo organizza la “Bottega d’Arte Opus” in
cui si formano nuovi giovani artisti, e sperimenta nuove tecniche di
raffigurazione tridimensionale avvicinandosi alla scultura dei bassorilievi.
Nel 2006 riceve dal Vescovo di Foligno l’incarico per decorare l’abside della
chiesa di Scopoli e della cappella del Sacramento al Duomo di Foligno.
Nell’agosto del 2009 si materializza un altro progetto che Marchionni ha a
lungo pensato ed elaborato, la creazione della Fondazione Elvio Marchionni.
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